Vitis vinifera e benessere: una storia vecchia come il mondo?
Una passeggiata di fine agosto tra i vigneti del Collio ha stimolato questa riflessione sul rapporto benefico tra polifenoli e insufficienza venosa cronica. Mentre cercavo di sollecitare le mie vene con la giusta spinta muscolare, dopo mesi di obbligata sedentarietà, osservavo compiaciuto gli acini multicolore maturare al sole. Ripensavo così al rapporto millenario tra uomo e vite, nato per una accidentale fermentazione d’uva in rudimentali recipienti. Gioia e delizia per il palato e l’olfatto, ma altrettanto salutare per il nostro sistema circolatorio, quando ovviamente consumato in ragionevole quantità.
Polifenoli nel controllo dell’infiammazione: studi in vitro e preclinici lo dimostrerebbero.
Il vino rosso infatti è una importante fonte di polifenoli, soprattutto antocianine (antocianine e antocianidine) e resveratrolo, potenti antiossidanti naturali, con spiccate proprietà antinfiammatorie. Prevengono infatti l’ossidazione delle lipoproteine e favoriscono l’eliminazione dei radicali liberi, esercitando pertanto effetti biomedici positivi principalmente in ambito cardiovascolare (vaso/endotelio protezione). Sono inoltre utili nella prevenzione del diabete, delle malattie legate all’invecchiamento e nel rallentare la crescita tumorale. Nell’insufficienza venosa cronica, in particolare, la riduzione dell’infiammazione di parete ne controlla efficacemente i sintomi (pesantezza, parestesie, crampi, gonfiore specie serale). A sua volta il contenimento dei danni a carico del microcircolo, dei piccoli vasi e delle varici, riduce le complicanze a distanza (tromboflebiti, lesioni ulcerative).
Non solo uva ma anche agrumi, prugne, mirtilli, lamponi, more… una valida terapia “cromatica” per ogni grado di insufficienza venosa.
Ed è proprio così. In natura la luce crea il colore ed il colore è vita. Più i nostri frutti e le verdure sono colorati (soprattutto il rosso e il viola), maggiore è il contenuto in polifenoli. L’elenco di prodotti naturali ricchi in antiossidanti è lungo, ricordiamo tra i tanti, pomodori, cavolo rosso, agrumi, ciliegie, fragole, frutti di bosco, noci, prugne, tè (verde o nero). Una dieta sana e bilanciata, come quella mediterranea, ne garantisce pertanto il giusto apporto quotidiano. La discussione è invece relativa al dosaggio. Infatti, gli unici studi sui polifenoli nell’uomo, relativi al solo resveratrolo, differiscono nelle dosi somministrate e nella durata del trattamento.
Il problema della trasformazione degli alimenti, del loro assorbimento e della relativa metabolizzazione.
Un aspetto certamente non secondario. Quale, infatti, l’ottimale apporto di polifenoli per goderne dei benefici, in assenza di effetti collaterali e per quanto tempo? A tale proposito dobbiamo ricordare che i nostri frutti, ma soprattutto le verdure, subiscono spesso un processo di trasformazione alimentare prima del consumo. Questo ovviamente abbatte il contenuto in polifenoli, analogamente al passaggio attraverso l’intestino e il fegato, con conseguente riduzione o perdita di efficacia. Lo stesso dicasi per alcuni alimenti. Il latte scremato, ad esempio, blocca completamente l’assorbimento dei flavonoidi (una classe di polifenoli) specifici del tè nero e i benefici a livello cardiovascolare.
Ma allora in attesa di studi clinici più approfonditi cosa fare?
Essendo molteplici gli interrogativi a riguardo, non possiamo nemmeno consumare quantitativi eccessivi di alimenti, data anche l’incertezza di fisiologici effetti positivi. La soluzione viene così offerta dai flebotropi, in grado di concentrare in compresse, capsule, bustine o fiale, i polifenoli presenti in frutta e verdura. Opportuni processi di lavorazione industriale ne aumentano inoltre la disponibilità nell’organismo, rallentandone la trasformazione metabolica durante l’assorbimento intestinale e attraverso il fegato. L’offerta di farmaci venoattivi presenti sul mercato è ampia, differendo prevalentemente per la presenza di uno o più principi attivi associati. Nelle formulazioni a più componenti il vantaggio è quello di poter agire contemporaneamente su più aspetti dell’insufficienza venosa, come riportato in un altro articolo. Sarà comunque sempre il vostro angiologo di fiducia a consigliarvi al meglio, dopo una attenta visita, sulla base dei disturbi riferiti e dei problemi effettivamente riscontrati.
Solo impegno costante e amore per la professione medica, dagli anni della specializzazione presso l’Istituto di Chirurgia Vascolare e Angiologia dell’Università degli Studi di Milano, alle esperienze maturate in Italia e all’estero. La sintesi di questo vissuto oggi a Monza, mia città natale, dove affrontiamo, con tecniche mininvasive all’avanguardia, le innumerevoli problematiche correlate alle patologie vascolari, con particolare riguardo alla malattia venosa cronica, agli angiomi e al linfedema.